Dall’Overtourism all’Undertourism. I possibili scenari della nuova Era del Turismo

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Basta tornare indietro di appena qualche mese per renderci conto del surreale incubo che sta vivendo il settore del Turismo in questo momento.

Fino a qualche mese fa infatti nessuno avrebbe mai neanche lontanamente immaginato di ritrovarsi a ripartire totalmente da zero, in un momento in cui il Turismo continuava a rappresentare un settore solido (13% del PIL Nazionale) su cui investire, che presentava tassi di crescita costanti e addirittura alcune problematiche relative alla sostenibilità dei flussi, in alcuni luoghi. 

Secondo le stime del rapporto bimestrale del Modello di Previsione dei Flussi Turistici Internazionali elaborato da Ciset-Ca’ Foscari per fine 2020 il movimento turistico mondiale avrebbe dovuto superare il miliardo e 500 milioni di arrivi, con un aumento assoluto di circa 130 milioni, mentre per il mercato italiano la previsione era di un +3.5% , dunque 74 milioni in più.

Il tasso costante di crescita del numero di persone in viaggio stava provocando un bel po’ di problemi nelle principali destinazioni turistiche, tanto che molte comunità locali avevano intrapreso delle vere e proprie battaglie contro la gentrificazione dei loro luoghi. L’Overtourism è stato uno dei temi più caldi e discussi degli ultimi tempi, anche se in realtà in pochi erano poi riusciti ad elaborare dei modelli di gestione dei flussi efficaci e sostenibili.

Da qualche giorno però mi torna in mente una frase che ho letto spesso su Officina Turistica il blog del mio “vecchio” amico Robi Veltroni :

“L’overbooking si gestisce, è la miseria che è un problema”

Sì, perché nemmeno il più integralista avrebbe mai voluto ritrovarsi in uno scenario apocalittico come questo, con la maggior parte delle strutture ricettive nel mondo chiuse o vuote. 

Verso la Nuova Era del Turismo

Non voglio anche io fare previsioni azzardate, gli scenari cambiano continuamente, ma in questo momento penso sia giusto iniziare a pensare al dopo, a come costruire la Nuova Era del Turismo.

Sebbene nessuno possa prevedere con esattezza cosa accadrà nei prossimi mesi, i principali esperti ed analisti mondiali sono tutti concordi su una linea: “Niente sarà più come prima”.

Siamo di fronte a un cambiamento epocale che modificherà totalmente le nostre abitudini di vita e il nostro approccio alla vita stessa. Le imprese si troveranno a dover ricominciare da zero in un mercato forse completamente nuovo e la notizia purtroppo peggiore e che non sappiamo con esattezza quando. Ci potrebbe essere un periodo più o meno lungo di transizione che potrebbe durare fino a quando non si trovino delle cure, o il tanto atteso vaccino (la previsione ottimistica è di almeno 18 mesi).

Cosa ci aspetta e quali sono le opportunità?

Forse ci troveremo di fronte a un turismo nuovo, più giusto e sostenibile: il vecchio paradigma di turismo aveva già dato i primi segnali di insofferenza, con le problematiche della gentrificazione. 

La mancanza di etica nel processo di crescita economica ha dato vita ad assottigliamenti di fasce sociali, con la conseguente divisione in estrema ricchezza # estrema povertà.

Oggi a causa di questa pandemia assistiamo a un fenomeno che sembra traslare sul piano del turismo il medesimo paradigma declinato al turismo, con Overtourism # Undertourism.

Forse questa triste condizione che ci troviamo a vivere ha in sé un germe di costruzione di uno sviluppo economico diverso, che abbia obiettivi di giustizia sociale ed equa ridistribuzione, di ricchezze così come di turisti.

Potremmo dunque finalmente porre basi più solide per una strategia turistica fondata su un impatto ecologicamente valido, orientato verso i bisogni delle persone che abitano un luogo oltre che di quelle che quel luogo lo visitano.

Ma mentre tutti parlano della necessità di un piano di marketing per la ripartenza del Turismo, mettendo ancora una volta l’accento sulla promozione (e solo sulla promozione), io penso che mai come in questo momento ci sia prima bisogno di fermarsi per analizzare e progettare in maniera considerevole l’offerta e dar vita a un piano vero. Già, un piano vero: quello che il nostro Paese non ha mai avuto. Perché sono certo che se anche tutti gli altri Paesi ora sono in pausa come noi, nella ripartenza questi saranno molto più veloci di noi.

Mi trovo molto d’accordo con il prof. Giancarlo Dall’Ara, il quale in una recente intervista su ladridibiciclette.it sostiene che “i temi sensibili su cui investire sono la gestione dei flussi, l’impatto ambientale e l’accoglienza”, ipotizzando anche un possibile scenario per il breve-medio periodo:

“Si viaggerà meno lontano e dove c’è meno gente, dove si potrà mantenere maggior distanza e fuori stagione”

Si tratta dunque di un Turismo per lo più di prossimità incentrato su alcuni punti fermi:

  • Sicurezza (Con particolare attenzione alle norme d’igiene)
  • Natura
  • Spazio
  • No affollamento

Dall’Overtourism all’Undertourism, il dopo-COVID potrebbe vedere una flessione delle principali destinazioni turistiche mondiali.

Per esempio, come riportato sul Japan Times, la stessa Kyoto, ogni anno iper affollata dalla metà di marzo per la fioritura dei ciliegi (o “hanami”), a causa dell’epidemia sta assistendo a un calo drastico dei visitatori, e se fino a qualche mese fa l’Overtourism rappresentava un problema serio, oggi è l’undertourism a preoccupare l’economia locale.

Questa situazione ha destato non poche preoccupazioni per albergatori e per tutte le altre figure coinvolte nel Turismo, le quali tuttavia dovrebbero smettere di agitarsi e utilizzare l’esperienza COVID-19 per mettere in atto migliori politiche turistiche locali a lungo termine, più intelligenti e sostenibili.

Il sovraffollamento di alcuni luoghi influenzerà molto la scelta dei propri viaggi e questo magari porterà una crescita delle destinazioni minori: borghi, aree rurali, cittadine di provincia, paesi di montagna, spiagge insolite, località termali.

Un altro possibile trend sarà quello della vacanza non vacanza: “Staycation“, ovvero fare le vacanze restando a “casa propria”, nei dintorni del luogo in cui si vive. In questi casi più che di vacanze parliamo per lo più di escursioni giornaliere, anche se alcuni con il termine “staycation” indicano anche le vacanze svolte nel proprio paese.

Come sceglieremo la destinazione? 

Non solo luoghi che ci piacciono, ma soprattutto luoghi di cui possiamo fidarci. Questa sarà la nuova tendenza e i primi Paesi che saranno percepiti come sicuri e fidati riprenderanno molto più velocemente.

La BBC ha pubblicato uno studio che rivela i Paesi dalle economie più resilienti, cioè quelli che potrebbero affrontare meglio la ripresa dal Covid-19:

Ai primi cinque posti si classificano

  • Norvegia
  • Danimarca
  • Svizzera
  • Germania
  • Finlandia

Paesi in grado di offrire maggiore fiducia e sicurezza nei futuri visitatori. L’articolo completo è disponibile sul sito della BBC.

Colmare il gap con la digitalizzazione della propria azienda sarà un altro macro tema della ripartenza delle aziende turistiche: sistemi di prenotazione online, app per gestione dei flussi e delle cose, web check-in per gli hotel, cash on delivery e sistemi di pagamento che favoriscono il distanziamento sociale. Il digitale riuscirà sicuramente a dare delle risposte e a creare modelli adatti alla gestione dei nuovi processi aziendali.

Inoltre la triste realtà dei tagli -soprattutto in molte organizzazioni di Marketing di Destinazione (DMO) e negli enti del Turismo- per ridurre al minimo le spese di lavoro fanno pensare che presto il marketing debba dare priorità alla gestione, rendendo i professionisti veri e propri amministratori di destinazione (Fonte Skift).

Ma la fine di questo incubo potrebbe vedere anche il prevalere della nostra voglia di vivere. Naturalmente questo fattore è imprevedibile perché ognuno reagirà con modi e tempi diversi, ma la buona notizia è che diversi sondaggi rivelano che tra le prime cose che le persone vorranno fare dopo la fine del lock-down c’è, oltre alla voglia di mangiare una pizza Margherita, anche il desiderio di una vacanza.  

Tuttavia temo che la ripartenza purtroppo sia molto più lenta di quanto si speri, e se anche possa essere anche plausibile un boom di richieste per i nostri luoghi del cuore sarà però da verificare con quali modalità si potranno accogliere le persone (numero chiuso, norme per distanziamento sociale, norme igieniche stringenti.) 

Come sarà il turismo della nuova era?

Sarà forse più lento, attento, giusto, più vicino ai cittadini, meno rissoso e magari non ci ritroveremo tutti insieme nello stesso posto ad Agosto.

Foto Cover IMG: Express