Abitare due mondi: il turismo delle origini e il transnazionalismo degli emigrati

Condividi l'articolo

Il 2024 è l’anno del Turismo delle Radici, altresì conosciuto come Turismo delle Origini. Con l’espressione “turismo delle radici” si intende un viaggio internazionale verso i luoghi d’origine della propria famiglia, che può essere intrapreso sia da coloro che molti anni addietro emigrarono da quei luoghi, sia dai discendenti di quegli emigrati.

Le volontà che sono alla base di questa iniziativa sono molteplici: ricucire un legame con la propria terra natìa e rivivere ricordi passati, dare un volto alle proprie origini attraverso la visita di amici e parenti dei propri antenati, esplorare e conoscere i luoghi delle storie condivise dai membri della famiglia.

Chi è stato emigrante, o chi è nato da una famiglia di emigranti, assume nella propria vita un carattere distintivo che potremmo definire “transnazionalismo”, vivendo contemporaneamente secondo due culture, sentendosi appartenenti all’uno e all’altro Paese; identità più o meno ibride o multiple, magari combattute tra l’appartenenza prevalente alla cultura originaria o a quella dei luoghi in cui si vive, che talvolta ignorano volontariamente la lingua dei propri antenati o accettando compromessi come quello alimentare e semantico. Fin quando, poi, giunge il tempo in cui la voglia di esplorare la propria storia familiare assume i contorni di un viaggio.

Il fenomeno del turismo delle origini è sempre più diffuso e ha delle ricadute importanti a livello economico e sociale: esso attira l’attenzione non solo di diversi paesi ma anche di una varietà di discipline. Oltre agli studiosi del turismo e dell’ospitalità, il turismo delle radici è ormai un argomento popolare di numerose ricerche di diversa natura: geografica, antropologica, marketing e di molte altre discipline.

Questo si spiega col fatto che la ricomposizione identitaria a cui mira il turista che intraprende il suo viaggio alle ricerca delle radici presenta dei tratti comuni: nel caso del viaggiatore emigrante di prima generazione, la soddisfazione del suo viaggia si esaurirà nel visitare spazi fisici, sociali e culturali già conosciuti e vissuti. 

Quando però è un discendente di emigranti a intraprendere questo viaggio (figli, nipoti, ecc.), cioè una persona più avanti nella linea generazionale, questo troverà soddisfazione dal suo viaggio visitando i luoghi da cui provenivano i propri antenati, in cui questi sono nati, hanno lavorato e vissuto, sommando le informazioni acquisite sia attraverso la consultazione di documenti utili alla ricostruzione del loro albero genealogico, sia attraverso interviste esperienziali con la popolazione locale (parenti, amici, ecc.)

Partendo da questa sostanziale differenza e dalle suddette premesse, potremmo azzardare a dire che esiste una sorta di “vizio di forma” che ci fa rapportare a questi viaggiatori. 

Noi definiamo “turistiche” questo tipo di esperienze di viaggio, in quanto sono basate su un soggiorno temporaneo e su viaggiatori che presentano modalità di visita che li rendono assimilabili ad altre “categorie” di turisti, ma questo incasellamento rischia di porli in una condizione straniante agli occhi dei la comunità locale ospitante.

Tuttavia, a ben vedere sono proprio le finalità stesse del viaggio a rendere il turista delle radici una tipologia di turista particolare, unica: tanto nel momento della partenza quanto in quello dell’arrivo in Italia, il turista delle radici porta con sé un carico di aspettative e di intensità emotiva, poiché è cosciente del fatto che l’esperienza che sta per compiere potrebbe portare non solo alla “semplice” ricostruzione identitaria desiderata, ma anche a una ridefinizione della la situazione identitaria della propria famiglia e quindi di sè.

Dunque, il turismo delle origini nasce, sì, dal basso con lo scopo di costruire un senso di identità e appartenenza riscoprendo le proprie radici, ma richiede uno sforzo dall’alto per concertare una preparazione specifica da parte dei luoghi e delle comunità che si preparano ad accogliere questi viaggiatori così speciali.

Anche quest’anno tutti questi temi saranno i punti di partenza per una più ampia discussione alla terza edizione di ROOTS-IN Borsa Internazionale del Turismo delle Origini a Matera: i temi saranno tantissimi e offriranno interessanti spunti di riflessione. Tracceremo i profili dei turisti delle radici e le loro esigenze, ragioneremo sulle azioni da intraprendere per perseguire uno sviluppo sostenibile delle destinazioni interessate da questo fenomeno, ci concentreremo sul impatto socio-culturale e sull’appeal del Made in Italy.