Agricoltura 4.0: come il digitale influenzerà il settore agricolo nei prossimi anni

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Gli scenari futuri della filiera agroalimentare tra strategie tradizionali e le innovazioni dell’Agricoltura 4.0


Oggi il settore agroalimentare si trova nella posizione più scomoda di sempre: è una delle cause del riscaldamento globale per effetto delle emissioni nocive e allo stesso tempo ne è vittima per lo stress a cui le piante sono sottoposte, per l’alternarsi violento delle stagionie per il mutamento delle temperature.

Un settore che si trova dunque a dover sfamare il mondo e ad affrontare i cambiamenti climatici, combattendo quotidianamente contro l’Italian Sounding, cioè il falso Made in Italy, e la contraffazione gestita dalle agromafie.

Una situazione che può trovare soluzione con l’innovazione totale della filiera, dalla produzione alla distribuzione.

Vediamo come.

Cos’è l’Agricoltura 4.0

L’integrazione tra strategie tradizionali e le innovazioni tecnologiche a livello di tranciabilità e raccolta dati in vista dell’evoluzione del concetto di “Agricoltura di Precisione” ha dato vita all’Agricoltura 4.0.

Si tratta in sintesi dell’utilizzo di tecnologie avanzate da parte dell’azienda agricola per rendere la produzione più efficiente e sostenibile, per esempio calcolando precisamente il fabbisogno idrico di una determinata coltura o prevedendo in anticipo l’insorgenza di alcune malattie delle piante.

Mediante la tracciabilità della filiera invece si possono raccogliere dati utili a monitorare ogni passo del processo di produzione, dal campo al confezionamento.

Una realtà in forte crescita destinata a rivoluzionare l’agricoltura mondiale.

L’Agricoltura 4.0 in Italia cresce del 270%

Una recente ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del laboratorio RISE dell’Università degli Studi di Brescia, presentata durante l’evento “Agricoltura digitale 4.0: sicurezza, sostenibilità e casi virtuosi” ha mostrato la crescita dell’utilizzo del digitale e di settori altamente tecnologici nella filiera alimentare.

Secondo i dati 2018, l’Agricoltura 4.0 Italiana vale tra i 370 e i 430 milioni di Euro, costituendo il 5% del totale globale e il 18% di quello europeo.

Il valore complessivo mondiale è di 7 miliardi di dollari, cui un terzo generato in Europa.

In Italia, l’80% del mercato è generato da offerte innovative di aziende già affermate come i fornitori di macchine e attrezzature agricole, e per circa il 20% da soluzioni di startup emergenti, che propongono sistemi digitali innovativi e servizi di consulenza tecnologica.

Le startup a livello mondiale sono 500 per un totale di 2,9 miliardi di dollari di investimenti raccolti e sono attive soprattutto in ambito eCommerce (65%) e Agricoltura 4.0 (24%).

L’Osservatorio ha mappato in Italia 110 aziende fornitrici fra player affermati e startup. 

Tuttavia, se l’Italia è prima in Europa per numero di startup, non si può dire lo stesso per i finanziamenti, pari all’1% del finanziamento complessivo.

Le imprese mappate offrono più di 300 soluzioni tecnologiche di agricoltura 4.0 e secondo Smart Agrifood

  • Il 49% delle aziende sono fornitrici di soluzioni avanzate come Internet of Things (IoT), robotica e droni;
  • Il 22% offrono soluzioni di data analysis avanzate;
  • Il 16% si occupano di macchine e attrezzature per il campo;
  • Il 7% produce componentistica e strumenti elettronico

Mentre nel 3% dei casi si tratta di realtà produttive in ambito agricolo.

Vediamo alcuni casi di successo.

Evja e il sistema Opi per conoscere tutto ciò che succede nel campo

Evja è una startup innovativa nata nel 2015 dalle menti di tre ragazzi di Acerra (NA) provenienti da percorsi di studi molto diversi tra loro, cioè giuridico economici, di ingegneria elettronica e di sviluppo software.

Attualmente l’azienda si avvale di talenti dalla comprovata esperienza in settori quali Ingegneria, Fisica, Agronomia, Precision Farming, Intelligenza Artificiale e Business Development.

Le loro idee hanno dato vita al sistema Opi (Osserva Previeni e Intervieni), che consiste in una piattaforma di sensori wireless in grado di rilevare dati climatici in tempo reale mediante l’installazione di apposite centraline all’interno delle serre, le quali rilevano fattori critici delle colture come umidità, temperatura, radiazione solare e bagnatura della foglia.

Sofisticati algoritmi predittivi incrociano i dati climatici e danno vita a un’utile agenda per tutti gli agricoltori e imprenditori agricoli che così possono avere informazioni in tempo reale delle colture, comprenderne il fabbisogno idrico oppure prevenire la nascita di funghi o muffe perché se ne conoscono in anticipo le condizioni climatiche che ne favoriscono la formazione.

Agricolus e la piattaforma cloud per l’Agricoltura di Precisione

Agricolus è una startup umbra nata a sostegno della Smart Agriculture e che propone un ecosistema in cloud di soluzioni per l’Agricoltura di Precisione.

Sistemi di visualizzazione con realtà aumentata, immagini satellitari per consultare lo stress idrico delle colture, modelli previsionali per irrigazione e allerta rischio infestazioni, modelli fenologici per stimare l’evoluzione del ciclo di sviluppo delle colture utilizzando le informazioni meteorologiche, sensori IoT in campo (GPRS, LoRaWAN, 5G) e app mobile sono solo alcune delle tecnologie messe a disposizione degli agricoltori per ottimizzare le produzioni.

Il team si compone di informatici, data analyst, cartografici, esperti di logistica, agrometeorologi, agronomi e altre figure professionali di altissimo livello.

Blockchain per Agrifood

Come dice Alex Giordano, docente di Marketing dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e responsabile scientifico di RuralHack

 “Per noi è forse il tempo di lavorare ad una nuova alleanza delle tecnologie con l’agricoltura di qualità, creando ponti tra il mondo della cultura digitale e quello della civiltà contadina.”
Fonte Agi

Insieme ai ricercatori di RuralHack ha realizzato il report gratuito “Blockchain per l’Agrifood” per spiegare come la tecnologia blockchain può essere applicata nell’agricoltura.

Il professore descrive la blockchain come

“Una catena di dati e informazioni tra loro collegate in una concatenazione cronologica di singole unità chiamate blocchi nei quali vengono archiviati i dati protetti.
 
I blocchi che compongono la catena sono immutabili e ogni transazione si lega a quella precedente formando una catena sicura, efficace e soprattutto trasparente, aperta per chiunque voglia verificare la veridicità degli scambi in atto tra i nodi”
Fonte: Ninjamarketing

Questa può essere impiegata nell’Agrifood per monitorare i prodotti in tempo reale su tutta la supply chain, dalla produzione alla trasformazione fino ad arrivare alla distribuzione.

In effetti è proprio nella filiera che si trova il valore potenziale della blockchain. I vantaggi di una piattaforma condivisa inoltre possono portare a nuove forme di collaborazione tra diversi attori al fine di valorizzare l’autenticità del cibo italiano.

È proprio il cibo infatti uno dei grandi tesori Made in Italy e la blockchain potrebbe dargli un valore aggiunto rendendolo tracciato, sicuro e affidabile, a vantaggio degli agricoltori che producono qualità.

Conclusioni

Le sfide da affrontare nel settore agricolo sono tante e solo puntando all’innovazione si potranno promuovere sostenibilità ambientale, sicurezza e qualità alimentare.

Le tecnologie più rivoluzionarie del momento sono la chiave di volta per innovare uno dei settori più tradizionali del nostro sistema economico e sociale, ma fortemente malleabile dai nuovi device digitali.

Insegnare agli agricoltori ad avere dimestichezza con questi strumenti potrà risolvere le loro esigenze e migliorare notevolmente la produttività preservando l’ambiente, valorizzando le risorse e salvaguardando il territorio.